Trattamento con colla (N-butil-cianoacrilato) delle safene
Trattamento con colla
Questa nuova metodica permette di chiudere chimicamente le safene, interna od esterna, senza anestesia,
eventualmente solo nel punto di ingresso del catetere introduttore.
Le pareti delle safene vengono così collabite, abolendo il reflusso sasfenico causa di
sintomi e varici degli arti inferiori.
Il trattamento è ambulatoriale, e non richiedendo anestesia lungo il decorso delle safene, permette ai
pazienti di rialzarsi dopo poco tempo dalla fine dell'intervento
PROCEDIMENTO
La procedura consiste nell'introdurre un cateterino, sotto controllo ecografico, di solito dal terzo
inferiore di coscia per la safena interna, e dal terzo medio posteirore di gamba, per la safena esterna.
Si arriva fino a 2-3 cm circa dalla confluenza in vena femorale per la safena interna, e vena poplitea
per la safena esterna.
A questo punto si rilascia la colla (N-butil-cianoacrilato, colla biologica) per alcuni cm e si comprime
dall'esterno retraendo il catetere, ripetendo l'atto fino al punto d'ingresso.
Piccola medicazione e l'intervento è finito, dopo poche ore, valutando le condizioni dei pazienti, si va
a casa e si riprende una normale vita di relazione.

Ecoscleromousse delle safene
E' una metodica assolutamente indolore, non richiede anestesia e permette al paziente di riprendere
dopo poco tempo la regolare vita quotidiana.
Questa metodica permette di chiudere chimicamente tutte le safene senza ricorrere al bisturi, in
particolare per le varici recidive e/o grossi cavernomi inguinali dopo interventi chirurgici.
La schiuma viene iniettata sotto controllo ecografico in modo da valutare lo spasmo delle pareti safeniche.
Al termine del trattamento si indossa un monocollant di seconda classe per un totale di 20 giorni
(rimozione solo la notte dopo 5-7 giorni a seconda dei casi).
Il risultato è soddisfacente e duraturo, bisogna sapere che la “malattia varicosa“
è una patologia cronica.
Nell'eventualità di una ricanalizzazione con reflusso, si potrà ripetere unsecondo trattamento.
Non richiede ricovero, degenza né anestesia